Tematica Mammiferi

Capra ibex Linnaeus, 1758

Capra ibex Linnaeus, 1758

foto 42
Foto: Martouf
(da en.wikipedia.org)

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Artiodactyla Owen, 1848

Famiglia: Bovidae Gray, 1821

Genere: Capra Linnaeus, 1758


itItaliano: Stambecco delle Alpi

enEnglish: Alpine Ibex

frFrançais: Bouquetin, Bouquetin des Alpes

deDeutsch: Alpensteinbock

spEspañol: Íbice, Cabra salvaje de los Alpes

Descrizione

100.000 anni fa, lo stambecco viveva in tutte le regioni rocciose dell'Europa centrale. È stato anche fonte d'ispirazione per i popoli del Neolitico che lo disegnavano nelle grotte in cui vivevano, come appare nelle pitture murali della grotta di Lascaux in Francia. Fino al XV secolo, era presente lungo tutto l'Arco alpino, ma lo sviluppo delle armi da fuoco segnò ben presto la sua fine in quei territori. La medicina dell'epoca poi, tutta centrata sulla superstizione, gli fu fatale. Le corna, ridotte in polvere, furono utilizzate come rimedio contro l'impotenza ed il suo sangue come rimedio per i calcoli renali. Lo stomaco infine fu indicato per combattere la depressione. Queste credenze persistettero fino al XIX secolo, ma ormai se ne contavano solo qualche centinaio d'individui nelle Alpi italiane e francesi, mentre era completamente scomparso in Svizzera. La specie deve la sua sopravvivenza alla famiglia reale italiana. Fu infatti il re Vittorio Emanuele II che fece proteggere, nel 1856, gli ultimi esemplari, per riservarli alla sua caccia personale in una riserva privata situata in Valsavarenche dove, per suo ordine, un gruppo di guardia-caccia li proteggeva da altri cacciatori. Ad oggi, la Valle d'Aosta è l'unica regione dell'arco alpino in cui la specie non sia mai scomparsa in tempi storici. Si tratta di un bovide di rilevanti dimensioni, il maschio dello Stambecco è caratterizzato da lunghe corna arcuate. La femmina, più piccola, è anch'essa dotata di corna, che raggiungono al massimo i 30-35 cm. Il maschio raggiunge i 14-16 anni mentre la femmina può anche superare i 20 anni. Il colore del mantello dello stambecco cambia con il variare delle stagioni. Nel periodo estivo il pelo è corto, di colore beige o bruno chiaro. In autunno cade lentamente ed è sostituito da una spessa pelliccia con peli più lunghi di un colore bruno scuro, quasi nero: questa calda pelliccia lo proteggerà dal freddo della montagna ed il colore più scuro assorbirà meglio i raggi del sole. Una muta si renderà poi necessaria alla fine dell'inverno, nei mesi di maggio e giugno. Gli stambecchi si sbarazzeranno della pelliccia grattandosi contro le rocce e contro i tronchi degli alberi e non è raro, in questo periodo, trovare dei ciuffi di pelo intrecciati sugli arbusti e sulle rocce. La muta è anche all'origine del fastidioso prurito che gli stambecchi maschi cercano di alleviare aiutandosi con le loro lunghe corna. Il pelo estivo dei becchi è di un colore grigio ferro su tutto il dorso, fino al ventre che invece è di colore bianco. Le zampe sono di un colore bruno scuro, quasi nerastro come anche la banda mediana sul dorso è di un colore scuro, molto vicino al nero, (questa banda nera talvolta non è presente). Dal mese di novembre in poi, il pelo dei maschi si scurisce e diventa marrone scuro. Il pelo delle femmine è di un beige giallastro o castano chiaro, salvo il ventre che rimane piuttosto biancastro e le zampe che sono bruno scuro. Esso si scurisce leggermente in inverno, ma comunque, sia in estate che in inverno, il mantello della femmina è più chiaro di quello del maschio. Alla nascita, il pelo dei piccoli stambecchi è invece di un colore beige rossastro, più chiaro di quello delle femmine: resterà tale fino all'età di due anni. Le corna, permanenti, sono costituite da un'impalcatura ossea ricoperta di sostanza cornea. La loro crescita si blocca ogni anno in novembre e tale arresto si evidenzia come un anello ben visibile sulla parte laterale e posteriore del corno. Dal conteggio di tali cerchi si risale al numero di inverni trascorsi e quindi all'età dell'animale. Nei maschi le corna presentano sul lato anteriore nodi vistosi, formati da escrescenze cornee, e possono superare, nei soggetti più vecchi, il metro di lunghezza. Al contrario le femmine hanno corna lisce, di 35 cm al massimo; dopo i 5 anni l'accrescimento annuale del corno diventa di pochi millimetri ravvicinando di molto gli anelli. Lo stambecco è un animale gregario; i branchi di maschi restano separati da quelli delle femmine e si riuniscono ad essi solo nel periodo riproduttivo. I gruppi di maschi comprendono soggetti di età superiore ai 4-5 anni e possono, in primavera, raggiungere le 100 unità. I soggetti più vecchi tendono ad una vita solitaria o sono aggregati in piccoli gruppi (4-6 elementi), comprendenti anche animali giovani. Vi sono infine i branchi di femmine con i piccoli e i giovani fino a due anni. Durante l'estate si possono osservare le "nurseries", ovvero gruppi di capretti (fino a 15-20) controllati da una o due femmine mentre le altre madri sono alla ricerca di cibo. Erbivoro, può mangiare fino a 15 kg di erba al giorno, ma si ciba anche dei germogli di ginepro, di rododendri, di muschi e di licheni. Non è raro incontrare in montagna, ai lati delle strade, dei piccoli blocchi di sale destinati ai gruppi di stambecchi perché, come altre specie del genere Capra, è ghiotto di sale in quanto il suo organismo accusa un'effettiva esigenza di sodio, solitamente poco disponibile nei foraggi. Si abbevera poco, accontentandosi spesso della rugiada mattutina. In primavera si nutre di arbusti dei quali apprezza soprattutto i germogli, e che bruca drizzandosi sulle zampe posteriori. In inverno le erbe secche sono la base dell'alimentazione ma compaiono anche arbusti (ontano verde) e licheni, raramente aghi di conifere. Gli accoppiamenti avvengono durante i mesi di dicembre e di gennaio. I maschi adulti dominanti ricercano attivamente le femmine in calore, mostrando caratteristici atteggiamenti di sottomissione: corna rovesciate sulla schiena, collo teso, coda alzata a pennacchio a scoprire lo specchio anale bianco. Gli scontri tra maschi, peraltro assai spettacolari, sono limitati e sanciscono la supremazia dei singoli individui. Dopo una gestazione di circa 160-180 giorni nasce un solo piccolo, raramente due. Il neonato sta in piedi dopo pochi minuti ed è subito in grado di seguire la madre sulle pareti a strapiombo. È un animale particolarmente adattato agli ambienti caratterizzati da affioramenti rocciosi misti a prateria, situati sino al limite dei ghiacciai. In inverno sono preferite le pareti con buona esposizione, a quote comprese tra i 2000 ed i 3500 m; il bosco fitto viene evitato. I maschi possono utilizzare il bosco rado, costituito perlopiù da larice ed interrotto da pareti rocciose, per scendere poi in primavera sul fondovalle, al momento del ricaccio dell'erba. Le femmine rimangono invece per buona parte dell'anno sui pendii rocciosi. Lo stambecco è un animale essenzialmente diurno ed è attivo già prima del sorgere del sole. Dalle prime ore del giorno fino all'imbrunire, trascorre le sue giornate sulle terrazze erbose e ben esposte al sole.

Diffusione

Diffuso in tutto l'arco alpino, dalle Alpi Marittime ad ovest sino alle Alpi di Carinzia e di Slovenia ad est, ad altitudini comprese tra 500 e 3.000 m. Sebbene il suo areale si sia notevolmente ampliato nel corso del XX secolo, la sua distribuzione è tuttora abbastanza frammentaria.


00362
Stato: Mauritania
00711
Stato: Czechoslovakia

00723
Stato: Russia
01046
Stato: Turkey

01066
Stato: Italy
02779 Data: 05/11/1998
Emissione: Fauna
Stato: Afghanistan

03494 Data: 17/09/1970
Emissione: Fauna
Stato: Bhutan
03787 Data: 16/03/2001
Emissione: Natura
Stato: China (P.R.C.)

03805 Data: 10/05/1991
Emissione: Ruminanti
Stato: China (P.R.C.)